Scrivere di alimentazione oggi sembra quasi banale ed inutile in quanto si rischia di essere l’ennesimo saccente, quando esistono migliaia di libri sull’argomento scritti da chiunque abbia il tempo di scrivere (dalle modelle ai giornalisti, dai presentatori di programmi pseudoscientifici ad atleti, ecc) e dove possiamo leggere tutto e il suo contrario.
In pochi decenni siamo riusciti a portare i nostri figli al primo posto tra quelli europei nel poco invidiabile primato dell’obesità infantile. Le malattie cardiovascolari primeggiano come causa di morte in età adulta e sappiamo tutti quanto un’errata alimentazione ne è responsabile. Invertire la rotta è senza dubbio possibile e necessario.
Le recenti branche della scienza dell’alimentazione, nutrigenomica e nutraceutica, ci “raccontano” che si può agire sulla prevenzione delle patologie e dell’obesità. In particolare la seconda (nutraceutica) ci apre l’orizzonte su una nuova visione dell’alimento: il cibo come farmaco. Il termine venne coniato nel 1989 dal dr. Stephen De Felice unendo i termini “nutrizione” e “farmaceutica” indicando la disciplina che studia “i componenti alimentari o i principi attivi presenti negli alimenti che hanno effetti positivi per il benessere e la salute, ivi inclusi la prevenzione e il trattamento delle malattie”. Se pensiamo che Ippocrate “qualche anno fa” (400 a.C.) diceva: “fa che il tuo cibo sia la medicina, e che la Medicina sia il tuo cibo”…….
L’alimentazione per il benessere deve essere il nostro comune obiettivo. L’industria degli integratori ha, oramai da diverso tempo, capito l’opportunità. È un settore in continua crescita. Negli Stati Uniti il 47% degli uomini adulti e il 59% delle donne utilizza abitualmente integratori.
Allora, perché non costruire la propria alimentazione quotidiana con i cibi ricchi di queste proprietà prendendoli invece che dal formato capsula direttamente dalla natura? Perché non adottare un piano alimentare basato su frutta, verdura, legumi, cereali integrali, carni provenienti da coltivazioni e allevamenti biologici e non intensivi? Questo sarebbe solo l’inizio, la base. Poi se abbiamo qualche acciacco o lo vogliamo prevenire possiamo usare alimenti mirati o alimenti funzionali.
In una vita di 80 anni una persona ingerisce in media dalle 30 alle 60 tonnellate di cibo. E’ razionale pensare che l’alimentazione sia un fattore importante capace di influenzare la nostra salute? La risposta è certamente sì.
In tutti questi anni abbiamo sottostimato l’effetto della nutrizione sulla nostra salute. Con il progredire della civilizzazione abbiamo criminalmente impoverito la nostra dieta di nutrienti per caricarla di calorie.
L’industrializzazione della produzione alimentare ha raffinato i nostri cibi, rendendoli ricchi di zuccheri e grassi idrogenati e poveri di fibra, vitamine e fitonutrienti. E’ stato necessario toccare il fondo per capire: oggi sappiamo infatti, anche sul piano scientifico, che i cibi naturali hanno effetti preventivi e perfino curativi. In chi pratica l’agricoltura biologica questa conoscenza è contemporaneamente stimolo, soddisfazione e consapevolezza di fare del bene agli altri.
Nel 2010 il Comitato Intergovernativo dell’UNESCO ha iscritto la Dieta Mediterranea nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità. Ma che cosa intende l’UNESCO per dieta mediterranea? Pane, pasta, pizza e pomodoro? No. Leggete bene il seguito. L’UNESCO precisa: “la dieta mediterranea è un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, tra cui la coltivazione, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e in particolare il consumo di cibo. Promuove l’interazione sociale, dal momento che i pasti collettivi rappresentano il caposaldo di consuetudini sociali ed eventi festivi. Ha dato alla luce un formidabile corpo di conoscenze, canzoni, proverbi, racconti e leggende”.
E’ un riconoscimento mondiale al cibo della tradizione locale e paesana di tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. E’ un riconoscimento illustre al rispetto della terra e al cibo naturale.
Con gli alimenti sani e naturali, presi nei giusti rapporti di carboidrati, proteine e lipidi, possiamo migliorare il nostro stato di salute e prevenire le malattie. E’ possibile fare anche molto di più. Possiamo usare gli alimenti, in particolare quelli noti per possedere nella loro composizione abbondanti sostanze benefiche (antiossidanti, anticolesterolo ecc), a scopo terapeutico qualora fossimo in presenza di una malattia o per prevenirla nel caso ci fosse una predisposizione genetica . Qui si apre il grande capitolo dei nutraceutici e degli alimenti funzionali che meriterebbe da solo un articolo dedicato. Termino proponendo una riflessione su una citazione di Democrito (460 a.C.): “gli uomini implorano dagli Déi la salute e non sanno d’avere in mano, essi stessi, gli strumenti per conservarla”.